L’addominoplastica nel trattamento della diastasi dei retti
Pochi la conoscono eppure la diastasi dei retti è una condizione che si verifica fisiologicamente durante la gravidanza, quando i muscoli retti dell’addome si allontanano e si aprono come una cerniera per permettere al feto di accrescersi dentro l’utero. In genere regredisce fisiologicamente dopo il parto ma nel 30% dei casi può perdurare.
Inizialmente la diastasi può essere scambiata per un problema prettamente estetico. La neomamma lamenta la difficoltà di tornare in forma e la persistenza della cosiddetta “pancetta” rilassata associata a gonfiore. Qualcun’altra si lamenta di un ombelico stranamente prominente o di una linea centrale e depressa. Ma a questi segni possono associarsi dolore alla schiena per alterazione della dinamica tra muscoli anteriori e posteriori del tronco, instabilità del bacino e addirittura disfunzioni urinarie.
La causa non è legata ad una scarsa tonicità dei muscoli prima o dopo la gravidanza ma è determinata dall’allontanamento dei due muscoli retti dalla linea mediana e partecipano ad aggravarla fattori ormonali, lo stress meccanico legato all’accrescimento del feto, lo stiramento delle fibre connettivali della linea alba che tendono a sfilacciarsi con scarso ritorno elastico.
Come si fa a diagnosticarla? Sarebbe buona norma da parte dei ginecologi fare o consigliare di eseguire un’ecografia della parete addominale dopo un anno dal parto per poter valutare l’evoluzione. Ma anche un semplice esercizio può far venire il dubbio: mettendo la donna sdraiata, le si chiede di sollevare le gambe e ci si accorge di un rigonfiamento nella parte centrale dell’addome. Mettendo le dita tra i muscoli e chiedendo di abbassare le gambe, queste affondano all’interno della diastasi. L’ecografia ci aiuterà a confutare ogni dubbio e a quantificare la distanza tra i due muscoli.
Talvolta se c’è un eccesso cutaneo si asporta anche quello o in alcuni casi si ricorre ad un’addominoplastica completa con trasposizione dell’ombelico. Dipende da caso a caso. È un intervento di chirurgia maggiore con la possibilità di complicanze generiche e specifiche. La cicatrice è quella di un taglio cesareo allungata alle due spine iliache, le due prominenze ossee che tutti possiamo toccare.
La parete addominale svolge un ruolo di contenimento dei visceri addominali e la persistenza della diastasi può provocare importanti alterazioni della meccanica del bacino. Perché aspettare allora? Se pensate di soffrire di questo disturbo consultate un chirurgo plastico che vi aiuterà a fare chiarezza, una diagnosi accurata e a offrirvi la soluzione più adatta. Recuperare la forma fisica non è un vezzo se fatta consapevolmente. Perché continuare a rimanere prigioniere di negativi stati emotivi piuttosto che tornare a sfoggiare un addome tonico e scolpito.