Rimozione tatuaggi: come intervenire?

Rimozione tatuaggi: come intervenire?

Un tatuaggio non è per sempre. Un relazione finita o più semplicemente il sopraggiungere di gusti diversi. E cresce il numero di coloro che si sono pentiti della propria scelta e decidono di rimuovere il tatuaggio. Vere e proprie opere d’arte, un linguaggio universale, una mania collettiva, una certificazione di identità: ogni tattoo racconta una storia, un messaggio, un ricordo. E a volte semplicemente un errore. Ma nulla è indelebile: la tecnologia laser per la rimozione dei tatuaggi è ormai più che sperimentata, evoluta e ottimizzata.

Come avviene la rimozione di un tatuaggio?

Inizialmente, la rimozione dei tatuaggi avveniva tramite dei metodi che ad oggi sono stati sostituiti con l’utilizzo del laser, una metodologia moderna che permette di eliminare, parzialmente o totalmente, i tatuaggi considerati “ingombranti”. Concorsi e colloqui di lavoro, decisioni affrettate, cambiamenti di partner, ricordi affettivi da cancellare, errori del tatuatore o semplicemente disegni che non piacciono più: poco importa la motivazione, quando quell’inchiostro non esprime più l’immagine di sé, ecco che diventa un problema. I primi metodi utilizzati per l’eliminazione dei tatuaggi risalgono all’utilizzo di acidi, salabrasione (strofinamento della pelle con il sale) fino ad arrivare alla chirurgia: queste tecniche, però, risultano invadenti e poco soddisfacenti dal punto di vista del risultato finale.

L’escissione è l’unico trattamento di rimozione tatuaggi esistente?

Oggi ricorrere a un intervento di chirurgia estetica per la rimozione dei tatuaggi indesiderati sembra alquanto eccessivo. Considerando anche il fatto che esistono numerose altre tecniche e strumenti innovativi che permettono di rimuovere il tatuaggio indesiderato in maniera efficace e senza incorrere in cicatrici anestetiche e dolorose. L’asportazione chirurgica è utilizzata solo per la rimozione di tatuaggi di piccole dimensioni e in zone facili da trattare e garantisce l’eliminazione completa dei residui di pigmento e/o dei prodotti di degradazione sulla pelle.

Come funziona il laser per la rimozione dei tatuaggi?

Il laser trova indicazione in Medicina estetica nel trattamento delle lesioni cutanee pigmentate, sia acquisite che congenite, è efficace per attenuare i capillari, la couperose e le teleangectasie ed anche per la rimozione dei tatuaggi. Rilascia impulsi che agiscono frammentando i pigmenti di colore (diametro variabile da 10 a 100 millesimi di millimetro) che vengono smaltiti nei liquidi corporei o da cellule migranti nel corso dei giorni e delle settimane successive. Ripetuti trattamenti, distanziati da un congruo periodo di tempo (in genere 45 – 60 giorni) per consentire la spontanea rimozione dei pigmenti, consentono di perseguire la progressiva scomparsa del tatuaggio.

Quali tatuaggi si possono rimuovere?

In linea di massima si può intervenire sulla maggior parte dei tatuaggi. L’efficacia del trattamento dipende dal colore (il verde, l’azzurro e soprattutto il giallo, sono molto difficili da rimuovere, mentre il rosso, in alcuni casi, può scurirsi, per effetto di eventuali materiali ferrosi presenti nel pigmento), dalla profondità e dalla densità del disegno sulla cute, dal tipo di pigmento e dal fototipo del paziente. È importante, comunque, precisare che la rimozione dei tatuaggi non può in nessun modo venire eseguita da un tatuatore ma solo da medici specializzati.

Quante sedute sono necessarie?

Prima di iniziare un ciclo di sedute il paziente si sottopone ad un check up preliminare con un medico esperto durante il quale vengono programmate un certo numero di sedute in base alle caratteristiche del tatuaggio. In genere ci vogliono dalle 5 alle 10 sedute. La durata di ogni singola seduta dipende dalla superficie del tatuaggio da rimuovere.

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