Di cosa si occupa la chirurgia plastica del volto?

Quando si parla di chirurgia plastica del volto si pensa subito al concetto di bellezza. Che cos’è la bellezza? Una domanda apparentemente semplice ma di fronte alla quale molti di noi non riescono a dare una risposta. Come chirurgo plastico tendo a dare una definizione di bellezza, soprattutto del volto, facendo riferimento ad uno studio delle proporzioni delle ossa facciali e delle strutture sovrastanti (muscoli e pelle). Se è vero, però, che l’equilibrio e l’armonia di un volto sono conferiti dalle strutture ossee sottostanti (zigomo, ossa nasali, mascellare superiore, mandibola, osso frontale) è altrettanto vero che una donna con strutture ossee piccole, naso e mandibola poco pronunciati può essere bella quanto una donna con mascella larga, naso aquilino e fronte alta. Non sono quindi le singole caratteristiche facciali che fanno la bellezza ma è la proporzione e i rapporti spaziali delle singole parti che ci fanno apprezzare un volto bello. L’obiettivo della chirurgia plastica è quello di preservare e/o ripristinare strutture e volumi nel tempo. A tal proposito la chirurgia plastica può intervenire in due modi: rimodellamento e ringiovanimento.

La chirurgia plastica di rimodellamento è rivolta a quelle persone che vogliono apparire diverse! In questo caso viene modificata la fisionomia del volto mediante tecniche chirurgiche correttive delle strutture ossee (osteotomie, innesti ossei, trattamenti ortodontici pre e post operatori) o mediante tecniche di camouflage (protesi per colmare deficit volumetrici delle regioni zigomatiche e mentoniere, lipofilling). Si tratta di interventi radicali, tecnicamente lunghi e non privi di complicanze e necessitano di forti motivazioni ed implicazioni psicologiche del paziente. Il successo del risultato dipende dai desideri e dagli obiettivi estetici del paziente e del chirurgo. La chirurgia plastica di ringiovanimento ha come obiettivo la correzione della cute e dei tessuti molli in eccesso e ptosici. Spesso i pazienti si rivolgono al chirurgo per eseguire interventi di blefaroplastica e lifting del volto per dare un po’ di freschezza ad un viso stanco, solcato da rughe al fine di migliorare lo sguardo e rimodellare i contorni.

Diversi sono gli scopi e gli obiettivi della medicina estetica, branca della chirurgia plastica e della dermatologia, che utilizza trattamenti non invasivi o minimamente invasivi atti a dare ad un volto stanco e segnato un aspetto più fresco, dai lineamenti più distesi e i volumi rimpolpati, una cute più idratata. Le armi a disposizione in questo caso sono fillers a base di acido ialuronico e idrossiapatite di calcio, tossina botulinica, fili in PDO riassorbibili ad azione biostimolante e/o liftante, ossigenazione iperbarica, needling, peeling, trattamenti laser. Si tratta di dispositivi medici veri e propri che vanno eseguiti da un professionista specializzato in ambienti idonei come gli studi medici. Sono trattamenti nella maggior parte dei casi di semplice esecuzione con bassissime possibilità di complicanze che tuttavia vanno riconosciute e trattate adeguatamente da medici esperti e preparati.

Troppo spesso, invece, i trattamenti di medicina estetica vengono demonizzati e ritenuti “voluttuari”, di semplice esecuzione e di poco spessore scientifico. Questo errore di valutazione ha generato da un lato un approccio superficiale da parte dei pazienti con aumento della domanda delle indicazioni terapeutiche a discapito di quelle clinicamente riscontrate e dall’altro una crescita vertiginosa del numero di Medici Estetici (che non è una specializzazione) poco formati ed inesperti. Bisogna diffidare poi dei trattamenti di medicina estetica (dai filler ai trattamenti laser) a basso costo, eseguiti in ambienti non idonei come i centri estetici, da personale non autorizzato, senza aver discusso ampiamente i benefici ed i rischi con il medico e firmato apposito consenso informato, senza il rilascio dei tagliandi identificativi del prodotto utilizzato.